|
 |
Com'era
l'antico costume carnico. |
|
"Le femmine....avevano in testa un quadro
bianco di bucato annodato di dietro, con uno dei lembi che
ricadeva da tergo,
e camiciuole di velluto, di seta, serrate alla
vita, per entro cui risultavano snelli e tondeggianti i
graziosi contorni delle braccia e della persona, e gonnelle a
brocchi od a righe, e grambiali ornati di spinnette, o di
crespe, larghi sino a mezz'anca e calze vermiglie co' cogni
fiorati a rabeschi, a fogliami, a capricci di cento maniere, e
calzaretti a punta, a tacchi elevati.
Scernevasi di leggieri dalle altre volgari le benestanti alla
pettorina di seta che portavano fitta nel busto, con che
venivano a nascondere lo scolo della camicia trinata, la quale
rimaneva scoverta fin presso alla cintura; alle fettucce d'oro
e d'argento inoltre ond'erano guernite le balzane delle
maniche, gli occhielli, le costure e le crespe della falda di
loro brillanti gamurrini, non meno che a repini, a pendenti a
filigrana, a peretto, a gocciole, ed a cerchielli cesellati, o
lisci, alle catenelle, alle collane pur d'oro; mentre le meno
agiate andavano contente di guarnizioni gialle o rosate di
seta, d'orecchini d'argento o d'orpello, di monili, di
corallo, o di perle, tutte in apparenza d'una bell'acqua, ma
le pił in realtą di cera con sopravi uno smalto ialino.
 |
Ritratto di ignota. Alta Val Degano -
sec. XVIII |
Le vecchie c'erano anch'esse coi bianchi fazzoli ravvolti
sulla fronte a mo' di turbante, coi lembi fregiati di
penere o di frange, pioventi da ambo i lati in sulle spalle:
vestivano perņ come solevasi cinquant'anni addietro, o che
riputassero scaitte e difformi tutte le fogge che non
s'usavano a loro be' giorni, ovvero si credessero che queste
d'allora avessero col tempo ancora a rinnovarsi.
Tali
erano i costumi di codesti alpigiani in sul declinare del
secolo scorso....
Qualche bella frattanto scioglievasi il quadro di testa,
allora comparivano quelle vaghe acconciature: i capelli divisi
sulla fronte per lo mezzo ricadevano in parte sulle guace in
anelli e ricciolini, mentre gli altri intrecciati con un
nastro vermiglio aggiravano la testa".
 |
Ritratto di donna della famiglia
Del Moro, Sutrio -sec. XVIII |
|
|
|
|
Le notizie riguardanti il costume carnico del periodo fra la seconda
metą del Settecento e la prima metą dell'Ottocento, furono riportate
da Giovanni Gortani che si avvalse di inventari ricchi e
particolareggiati. Allo stesso periodo appartengono la maggior parte
dei dipinti, oggetto di studio in materia di costume carnico.
Dalle descrizione di apertura , deriva con poche varianti, quella
dello stesso Gortani nell'anno 1898: |
"Nel vestire oggi troviamo adottato il figurino
cosmopolita, e trascurato quello locale, abbastanza pittoresco, che
fu in uso fino al principio di secolo...
Le donne portavano in testa un fazzoletto quadro, bianco di bucato (quadri
o piezze) annodato di dietro, con una delle cocche
ricadente per l'omero destro sul seno, e le altre arrovesciate da
tergo. Indossavano un giubbino (camisole) di
pannolano, o di velluto di seta color porpora, a maniche strette e
serrato alla vita; gonnella a fiorami e a righe; grembiule orlato di
spinette e di crespe, largo fino a mezz'anca; stivaletti a punte e
tacchi rialzati; calze vermiglie, verdi o azzurre, rabescate intorno
alla noce del piede.
Lo scollo e i polsi della camicia erano per lo pił guarniti di
larghe gale (tripes, tripetes). Le donne
benestanti si distinguevano alla pettorina di raso (petorine),
che confitta nel busto nascondeva lo sparo trinato della camicia,
alle fettucce d'oro e d'argento ond'erano ornate le balze delle
maniche, gli occhielli, le costure e le pieghe del gamurrino, ai
vezzini a filigrana, ai pendenti e ai cordoni d'oro; le meno agiate
invece si accontentavano di guarnizioni gialle o rosse di seta, e di
gioielli pił modesti.
Le vecchie. forse a ricordo di un uso pił antico, preferivano al
quadri un fazzoletto bianco bislungo, chiamato fazzūl,
che portavano avvolto sulla fronte a guisa di turbante, e le cui
estremitą, fregiate di pčneri e frange, ricadevano sulle spalle.
Nell'acconciatura dei capelli le trecce dalla nuca giravano fino al
sommo della testa, e intorno ad esse era stretto un lungo nastro
nero di seta o di raso (zendaline), e i ricci di
capelli scendevano ai lati della fronte"
|
 |
Dąrbedas calzate sopra i scarpčz (Forni di Sopra) |
|

|
Moglie di Pietro Antonio Gortan |
|
"Il quadri"
Detto anche "piece" č il caratteristico elemento che
si introduce nel costume verso la metą del Settecento, per poi
sostituire il "fazzūl".
Il popolarissimo copricapo č un fazzoletto di cotone o lino di
forma quadrata (cm. 80x90), di tessuto semplice o ricamato. Si
annodava dietro e la punta destra ricadeva sulla spalla, la
sinistra dietro. Il "quadri" rimase in voga fino a circa il
1850 e veniva usato anche per le "fiestes grandes" sciolto
sulla nuca.
Nella prima metą dell'800 cominciano ad apparire anche
fazzoletti colorati. |
|
|
Curiositą
Nello studio della storia del costume
carnico, il fazzoletto da capo č forse il pezzo pił
interessante. E' il quadri infatti che, nel modo di essere
portato, nel colore, nelle guarnizioni e nella qualitą della
stoffa, segna le tappe del costume. |
|

|
Giacomina Di Corte - Ovasta- sec. XVIII
|
|
La "camisola"
Specie di giacchettino chiusa davanti con bottoni portata
sopra la camicia e sotto il "cąs", cioč il corpetto senza
maniche, il quale, attaccato alla gonna, costituiva il
vestito. Della camisiola si vedevano quindi solo le maniche e
la parte anteriore che appariva fra i lembi scostati del
corpetto
Di solito era confezionata con stoffa pesante: la mezzalana
popolare o il grosso panno di lana chiamato "rassa".
Diversi i colori, ma il rosso č prevalente nei primi decenni
del Settecento (veniva usato il panno di Ceneda e il panno
tedesco).
Alla fine dello stesso secolo il panno diviene pił raffinato
con l'uso del "panno fin di Leiden", la saglia
d'Inghilterra, il panno padovan, il camelotto di seta.
Anche i colori variano fra il verde, il blu, il negro, il
turchin e il caffč.
Le stoffe usate per i vestiti son le mezzelane, probabilmente
prodotte in Carnia, sostituite poi da tele pił fini dapprima
di importazione e poi fabbricate a Tolmezzo dall'industria
Linussio. |
|
|
Curiositą:
Il vestito usuale alla fine dell'Ottocento
era sempre composto da cąs (corpetto) e gonna. Nei documenti
carnici antichi il cąs č detto anche casso da alto, casso
di sopra e casadalt. Le donne ripetono ancor oggi casadalt
senza darsene una spiegazione, essendo la parola sopravvissuta
all'uso. Fuori della Carnia, il cąs non aveva questa
denominazione.
Cąs e gonna erano uniti e si indossavano "in t'un momčnt e
si s'cjampava via cussi. Questo andare in gonna e cąs si
diceva: "in maniuces" (diminutivo di maniche). Nella
buona stagione in maniuces andavano anche alla messa
domenicale.
|
|

|
Maria Marsili e Luigi Quaglia - Sutrio
-1841 |
|
Il grembiule
E' uno dei capi pił classici del costume friulano. Indossato a
coprire la parte anteriore della gonna.
Fin dal cinquecento il grembiule diviene un capo tradizionale
nella moda colta ed in quella popolare acquista sempre pił
importanza, tanto da venire indossato sempre, in campagna, in
casa, il giorno delle nozze.
Il colore solitamente č bianco. Ma nel Settecento č di stoffa
colorata in seta o stoffa stampata a fiori o puntini in tinte
scure. Nel secolo successivo si differenziano anche
nelle dimensioni, rapportate all'uso. Coģ grembiuli di lana o
di seta, uguali al vestito, oppure di tela o di "velo" di "tul"
ricamato. |
|
Curiositą
Tanto i grembiuli di velo quanto quelli
festivi venivano annodati con nastri multicolori, mai troppo
appariscenti ma festosi, o fiorati come alcuni rinvenuti a
Sutrio.
In una villotta si canta: "duc mi
disin c'o soi biele - sai ancje jo che no soi mal - j ąi ne
biele cotulute - lis curdelis sul grimal..." |
|
|
|
Il Fazzoletto
da collo non č cosģ importante come il quadri del capo.
Di forma quadrata o triangolare, č spesso di seta a colori
vivaci e con frange.
Quello da lavoro invece č di tela stampata. Non veniva usato
d'estate, ed era scuro e pesante d'inverno.
Veniva indossato inserendo le estremitą nella cintura, nel
grembiule o direttamente tra i bottoni del "cas" |
|
Curiositą:
La donna del ritratto sopra č Domenica, moglie di
Valentino Gierino di Frassenetto (Forni Avoltri) -sec. XVIII.
Nella foto a lato, di Valeria Romanin, una lapide in pietra,
murata sulla parete posteriore della chiesa di Frassenetto,
luogo dove probabilmente era il cimitero.
Nella scritta vi č inciso, fra l'altro:
"QUI GIACE
SEPOLTA DONNA DOMENICA GERINA NATA DI TAMER DI COLLINA DI SUA
ETA' ANI 48 (o 45) MORI' L'ANNO 1774 ADDI 7 SETEMBER EBBE 10
FIGLI MASCHI E TRE FIGLIE TRE DEI QUALI VIVONO E DUE FIGLIE
PARIMENTE L'ONNIPOTENTE DIO DIA PACE E ABBIA MISERICORDIA DELA
DI LEI ANIMA E DOPPO L'ULTIMO GIUDICIO GLORIA SEMPITERNA COSI'
PER MARITALE AFETO FECE APORE QUESTA PETRA IL DI LEI FEDELE
MARITO: VALENTINO GERINO..." |
|
Il
fazzoletto da collo, veniva scelto gentile e festoso,
con una bella frangia, magari applicata dopo averlo
comperato, talvolta con colori variati come il
fazzoletto stesso. Veniva usato intero oppure diviso a
metą (a triangolo) fra due donne che lo acquistavano
insieme. |
 |
|
|
|
 |
Costumi festivi
della seconda metą del sec. XIX: il bust č attaccato alla
gonna due dita sotto la cintura del grembiule
|
|
|
|
Come vestivano
ai primi del '900 |
|
|
 |
Donna carnica nel
tradizionale costume e con l'originale acconciatura dei
capelli in una tela di Cornelia Corbellini |
|
Bibliografia: |
Societą
Filologica Friulana "Il costume friulano" Doretti Udine
D'Orlandi-Perusini "Antichi Costumi Friulani" Ed. Goriziana
"Ritratti di Carnia tra '660 e '800" - Arti Grafiche Friulane |
|
|
|
|
 |
|
|