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Fra i paesaggi
della Carnia |
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Panoramica delle vette |
cercando
sbilfs
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Ma dove sono questi sbilfs ? |
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Se andate per boschi,
torrenti, alberi in cerca di sbilfs, quando la sola bellezza della natura non vi
basta, ebbene, se a tutti i costi volete verificare di persona, allora |

risalite un torrente nel fitto bosco, dove
animali e sbilfs usano abbeverarsi
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naturalmente dovete nascondervi o mimetizzarvi, come fanno loro: cercate un
luogo dove appostarvi in silenzio con la fotocamera pronta (senza flash),
ignorando gli schiamazzi degli sbilfs sentinella, sistemati ad arte nelle
radure, per distrarvi dalla ricerca. magari nascosti fra il fieno per i caprioli
in una mangiatoia |
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Osservate bene i tronchi, specie quelli
degli alberi più vecchi e contorti; io sono andata nel bosco verso i Lander,
dove ci sono tronchi enormi e stupendi.
Se avrete pazienza, tanta pazienza,
potreste essere fortunati come me:
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Ecco uno sbilf uscire dalla sua casa, meno brutto di quanto pensassi, è di
razza carnica e di giovane età. questo fa pensare che non sia isolato, ma che
ci sia almeno una famiglia di questi esemplari nella zona. Sembra quasi che mi
abbia visto e che mi sorrida, ma mi accorgo per fortuna che sta seguendo
divertito la
corsa di uno scoiattolo. |
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Trattengo il fiato e mentre gio-sbilf, così mi piace chiamarlo, rientra nella
sua tana-albero, mi ritiro in silenzio, ma solo di pochi passi.
Un fischio alla
mia destra, e mi accorgo che cinque alberi più in là, emerge dal tronco un
altro esemplare, questa volta più maturo, molto più maturo del primo, che ho
chiamato pa-sbilf: |
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Anche pa-sbilf stranamente sorride,
eppure non vedo scoiattoli.
Ecco perchè: gio-sbilf è di nuovo fuori dal tronco
e saluta con la mano pa-sbilf.
Gio-sbilf porta con sè due zaini carichi, ma cosa sta succedendo? Vuoi vedere
che gli sbilfs fanno le gite come noi cristiani? |
Mi conviene stare ferma e vedere cosa succede: è
troppo emozionante questa scena!
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In effetti ho fatto bene ad aspettare.
Ecco gio-sbilf e pa-sbilf uscire dagli alberi.
Hanno gambe come le nostre, al posto delle radici e portano perfino calzettoni
e scarponi.
Zaino in spalla, si voltano verso di me perchè inavvertitamente, ho rotto un
rametto secco con gli scarponi.
Fortunatamente non mi vedono e si spostano di
albero in albero, agili come le scimmie, chiacchierando. Più che un parlare
normale, mi pare un susseguirsi di strani suoni vocali simili al rumore degli
alberi quando si agitano e scricchiolano sotto la tempesta. Altri suoni sono
più allegri e vivaci. Chissà cosa si staranno dicendo! |
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Sto pensando. avranno una mamma sbilfa?
Mi tengo a una buona distanza, controllando la direzione del vento.
Non vorrei che
si accorgessero di me, abituati come sono a vivere nella foresta, si
accorgerebbero subito dell'odore di un essere non selvatico. |
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La prima tappa dei due sbilf è vicino a una casetta deliziosa, nel bosco, più
bella di quella di Biancaneve. Qui i due si fermano, chiamano con strani fischi,
e dalla porta esce finalmente ma-sbilfa. Insieme si siedono su un tavolo di
legno e mangiano radici e radici, qualche mirtillo e poche fragole. |
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Mentre ma-sbilfa e pa-sbilf parlano fra loro, l'esemplare più giovane,
entra nella casetta, si affaccia alla finestrina e parla con un uccellino
del bosco che è volato fino nelle sue mai, comunicano con uno strano linguaggio di
semplici suoni. |
Dopo un pò, i due esemplari maschi riprendono a camminare e ma-sbilfa rimane nella casetta,
forse a lavare i piatti.
Finalmente,
guardinghi ma felici, giungono al limitare del bosco, si guardano bene attorno e
pa-sbilf esce di più allo scoperto per controllare che non ci sia nessuno.
Poi
si incamminano su un sentiero ai limiti di un dirupo, in direzione Monte Cucco.
Ho deciso di fare un'ultima foto, costi quel che costi, è così raro vedere due
sbilfs, vestiti da umani, andare a spasso per le montagne!
Prendo la fotocamera dallo zaino e purtroppo, nella manovra, questo mi scivola
a terra, producendo un lieve tonfo, nel cadere sul fogliame del sottobosco.
Sono
quasi allo scoperto, perciò è inevitabile che si accorgano di me.
Sono
sconcertata, non per la paura, e di che cosa?, sembrano così pacifici! Ma che
mi scompaiano come in un sogno tramutandosi in rami e foglie.
Niente di tutto
questo.
Pa-sbilf e gio-sbilf si girano, mi guardano incuriositi e per nulla spaventati,
anzi sembrano molto divertiti
dal mio aspetto.
Senza aspettare che la situazione cambi, scatto subito la foto,
afferro lo zaino e scappo via. |

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Ma
cosa avrò avuto di tanto buffo? |
Non ricordavo, ma mi ero veramente mimetizzata.
Scendendo di corsa dal sentiero, che porta in Alzeri , con cuore in gola ma felice dello scoop che userò per il mio sito, lascio alle
mie spalle rami, liane, intrecci di foglie, muschio, radici, con i quali mi ero
camuffata.
Solo adesso mi viene il dubbio: e se non fossero stati sbilfs, ma semplici
umani?
Scendo senza far troppo caso al sentiero e, manco a dirlo, sbaglio strada e mi
ritrovo in tutt'altra vallata. Su e giù per i boschi, finchè decido di fare
una sosta, per riposare e rifocillarmi. Anzi devo riflettere su tutto quello che
ho visto e, per credere ai miei occhi e capire chi sono, quasi quasi mi faccio
un autoscatto.

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A ripensarci, ai loro occhi devo essere sembrata una matta selvatica!
Ma allora se erano
umani, perchè parlavano così? E perchè sorridevano felici come creature
libere?
Oppure ho sognato?
Ancora oggi non riesco a capire quale sia la verità.
Am |
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gio-sbilf e pa-sbilf in versione originale (senza travestimenti) ritratti
da ma-sbilfa
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(foto Annamaria Bianchi -
disegni Gianni Pielli da "Il verde e i colori della Carnia") |
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