
|

|
Immagini Bianca
Zugliani |
|
|
|
|
Costa, montagne e
interno desertico. Monti del Rif, Sahara Occidentale e Medio, Alto e
Anti Atlante. Tre zone e tre climi diversi per questo Paese,
il Marocco, che si affaccia su due mari e che grandi montagne,
quelle dell'Atlante, preservano dall'avida avanzata del deserto a
sud-est. Si dice del Marocco di "una terra dai mille sapori e
colori", di un "paese freddo dove il sole è caldo". Un affascinante
scorcio di Marocco per il nostro sito, da questo viaggio con Bianca
e Francesca. |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
Domenica 26 agosto 2001 – VERONA - MARRAKECH
Ci imbarchiamo a Verona ed atterriamo a Marrakech
dopo circa tre ore sorvolando l’Italia settentrionale e la Spagna.
Abbiamo potuto ammirare una infinita varietà di paesaggi
caratterizzati da colori diversissimi: dal verde della pianura
Padana all’ocra della Meseta spagnola, all’azzurro argentato del
mare. Anonimo ed incolore ci appare l’aeroporto di Marrakech formato
da un’unica grande stanza, senza alcun servizio, stracolma di
persone vocianti (… noi più altri) tutti in disordinata fila con
documenti in mano e bagagli al traino. Superata finalmente la dogana
usciamo ed ecco subito due cammelli, addobbati a dovere, che
pubblicizzano hotel, taxi, ecc. Tutto il mondo è paese. Per fortuna
ci attende la guida che ci accompagnerà per tutto il viaggio.
Si chiama Karim, veste una lunga tunica ricamata e calza le
tradizionali babouches. Nei giorni seguenti veniamo a sapere che
(sic!) ha ben tre mogli e sei figli e il progetto di sposarne una
quarta! Vive nelle prossimità del deserto con questa grande
famiglia, assieme alla madre ed alle sorelle. Ci confessa che gli
piace molto viaggiare, anche perché ciò gli dà la possibilità di …
fuggire quando incominciano “i gridi”. La giornata termina
all’hotel, molto appariscente (piscine, palme, tappeti, musica) e un
primo approccio con la cucina locale
|
|
Lunedì 27 agosto 2001
– MARRAKECH – OUARZAZATE (Km.200)
Attraversiamo in pullman l’Alto
Atlante, maestoso e impervio con montagne di 3000/3500 mt. Prive di
vegetazione ma stupende e solenni nel loro silenzio.
Qui la vita ha ritmi antichi, i
villaggi con poche case di fango, sono abitati da persone che
sembrano appartenere ad altro tempo, le donne sono vestite di nero
da capo a piedi con il volto coperto. A Ouarzazate lo scenario
cambia. Incontriamo ed ammiriamo numerosi castelli di sabbia, ksour,
immense e maestose costruzioni che sembrano materializzarsi dal
nulla.
Antiche costruzioni difensive, racchiudevano interi villaggi all’interno
delle loro mura, decorati con eleganti trafori che ne ingentiliscono
l’aspetto minaccioso. Sono costruiti con quello che la terra offre:
fango e pisè, tronchi di palma sezionati inseriti nella struttura
per conferire robustezza e tutti alla mercé degli eventi
naturali.

Il sole impietoso li cuoce fino a
spaccarli, le piogge torrenziali li sciolgono come fossero, appunto,
castelli di sabbia. Ed ora … sorpresa! Non avremmo mai pensato di
vedere la Hollywood marocchina!! Gli stabilimenti dell’Atlas
Corporations non possono competere con gli studios americani, ma
offrono la possibilità di vedere qualche prezioso reperto, come
l’aereo di Michael Douglas ne “Il gioiello del Nilo”. Altri film
girati in questo luogo: Sansone e Dalida – Jesus – Il Gladiatore –
Il thè nel deserto ecc.
|
|
Martedì 28 agosto 2001
– OUARZAZATE – ERFOUD (Km. 350)
Ci dirigiamo verso il deserto del
Sahara ma prima di lasciare l’Altante entriamo nelle gole del Todra:
pareti di roccia altissime che scendono a strapiombo e sul cui fondo
scorre tutto l’anno il fiume Todra. Proseguendo verso Erfoud
attraversiamo un palmeto straordinario, uno dei più grandi del
Marocco, con distese di palme e mandorli di un verde intenso e
brillante che contrasta con il rosso acceso del paesaggio
circostante. Poi il nulla. Su entrambi i lati della strada spuntano
degli strani crateri, alberi non se ne vedono e neppure mezzi di
trasporto. Tutt'al più qualche asino, inspiegabilmente legato a un
palo, solitario sotto il sole bruciante. E’ un paesaggio quasi
lunare, sembra di essere in un altro pianeta se non fosse che di
tanto in tanto si presenta davanti agli occhi lo spettacolo degli
ksour. Al lato della strada vediamo una strana, piccola costruzione,
ormai cadente, che la guida ci dice essere un Marabutto, santuario
fatto costruire a spese del beneficiario di una qualche grazia
ricevuta.
Arriviamo a Erfoud, chiamata “Porta
sul deserto” e come scendiamo dal pullman ci investe un caldo
insopportabile: 55°! L’emozione di camminare sul deserto, però, ci
ripaga di ogni sofferenza. Nel pomeriggio escursione in fuoristrada
nel deserto con promessa di assistere al tramonto sulle dune di
Merzouga che ci dicono essere uno spettacolo indimenticabile per i
suoi colori. Non abbiamo avuto questo privilegio, d’improvviso c’è
stata una tempesta di sabbia che, oltre a riempirci la bocca, ci ha
tolto ogni emozione. Il deserto affascina e spaventa. Se si
cominciasse a camminare si potrebbe proseguire per giorni e giorni
senza mai vedere altro che un immenso mare di sabbia. Ci siamo
chieste come fanno gli autisti dei fuoristrada a non perdere
l’orientamento quando, di notte, devono ripercorrere la via del
ritorno e riportarci sani e salvi all’hotel.
|
|
Mercoledì 29 agosto – FES
(Km.440)
Quella di oggi è una giornata di
spostamento per
arrivare a Fès, non priva di interessanti cose da vedere. Karim,
ci offre l’opportunità di conoscere una famiglia nomade di pastori
berberi che vive sull’altopiano allevando ovini e… scorpioni; appena
si sposta un sasso se ne trova uno. La loro casa è un grande tendone
(in lana tessuta a mano) dentro il quale indistintamente c’è tutto:
posto per dormire (ognuno ha il suo tappeto che arrotola di
mattina), vettovaglie, stufe, arnesi da lavoro ecc. Qui, accoccolati
attorno al capo famiglia, beviamo il thè alla menta.
Vicino ad ogni villaggio sorge il cimitero rappresentato da tante
schegge di pietra, senza nome, sotto la quale giace il defunto che
viene sepolto avvolto in un lenzuolo, appoggiato sul fianco destro
rivolto alla Mecca. |
|
Giovedì 30 agosto 2001 – FES
Fès è, senza dubbio, la città più
affascinante del Marocco. Le sue mura rossastre, la sua incredibile
medina, lasciano un ricordo incancellabile in chi la visita. Fès è
divisa in tre parti: Fès el Bali, l’antica medina nell’809 da
Moulay Idriss e chiamata monumento nazionale, Fèl el Jedid,
la nuova medina, costruita dai Merinidi nel XIII secolo a CittàNuova
eretta dai Francesi con ampi viali e grandi piazze. Il contrasto è
sorprendente e fa di Fès un luogo dai mille volti. Per avere un’idea
della città, bisogna percorrere la strada Tour de Fès, 15 chilometri
di percorso costeggiando le mura color ocra e oltrepassando le tombe
dei Merinidi (totalmente prive di iscrizioni) e la fortezza saadita
di Borj Nord.
Grazie ai suoi famosi artigiani e
mercanti, Fès è da sempre una delle città più rinomate dell’Islam.
Sede della più antica università che si conosca, anteriore a quelle
di Bologna e Oxford, fu una città di letterati e teologi, poi, dopo
che vi si rifugiarono gli arabi fuggiti dalla Spagna, divenne un
centro di artisti andalusi, artigiani e indovini. L’artigianato
resta il motore economico della città grazie alla copiosa manodopera
fornita dal flusso migratorio dalle campagne e dalle montagne. Ai
piedi della collina si erge Fès el Bali, fondata da rifugiati arabi
e in parte dagli Andalusi. Moschea Andalusa). Dalla parte
opposta di Fès el Bali, in prossimità del Palazzo Reale, si sviluppa
Fès el Jedid. Iniziamo la visita della città dalla Medina entrando
dalla porta principale “Bab Boujeloud Ci aspetta un intricato
groviglio di stradine e passaggi e ci troviamo immersi in un altro
mondo: il progresso è una parola sconosciuta. Qui la vita si muove a
ritmi che non è esagerato definire medievali. Gli artigiani lavorano
con strumenti vecchi di secoli, le donne cuciono il pane al forno
pubblico, gli asini vanno e vengono preceduti, dato che le viuzze
sono molto strette, dal grido del proprietario: “Balek” (attenzione)
che ricorda a tutti di scansarsi.
Ogni zona ospita una corporazione di artigiani, ogni bottega ha un
maestro chiamato mallem. Colori, suoni, profumi, tutto si
mescola e confonde davanti agli occhi, trasformandosi in uno
spettacolo continuo che inizia alle prime luci dell’alba fino a
notte tarda. Un pensiero ci colpisce all’improvviso: in questo luogo
il tempo non esiste come non devono esistere gli orologi! Visitiamo
la medersa merinide di Bou Inania, considerata una delle più belle
del Marocco. Una curiosità: i non musulmani non possono accedere
alle sale riservate alle preghiere. Si arriva quindi alla Moschea
Karaouine, sede della prima Università del mondo (quella di Bologna
fu fondata nel 1050). I suoi cortili ricordano il “patio Des Leones”
dell’Alhambra di Granada. Il minareto è il più antico dell’Islam e
il suo richiamo alla preghiera arriva a 800 moschee. Anche qui
l’ingresso è vietato ai non musulmani.
Ma il vero spettacolo della Medina,
più che da mederse e palazzi, è rappresentato dall’insieme dei souk
che si annunciano dall’odore intenso delle pelli; il souk Attarine è
dedicato alle spezie, poi c’è quello dove si possono acquistare,
sempre mercanteggiando, le famose scarpe marocchine “babouches”
fatte con pelle di cammello e con la punta all’insù. Si arriva poi
al souk Nejjarine occupato dai falegnami. Le stradine sono
impregnate dall’ intenso profumo del legno di cedro, quasi
inebriante. Poco distante il souk dell’Hennè, dove si può trovare
ogni tipo di prodotto di bellezza o medicinale: l’hennè a noi noto,
corteccia di noce da usare come dentifricio, i bastoncini di kohl
per truccare gli occhi. Non mancano, offerti ai turisti con una
punta di malizia, il ginseng e la cantaride… E così di souk in souk
trascorrono le ore. Si crede di aver visto tutto, ma basterebbe
ripercorrere una stradina per scoprire qualcosa di nuovo non visto
prima.
|
|
Venerdì 31 agosto 2001 – FES – MARRAKECH
Marrakech oasi verde. Narra una
leggenda araba che questa città, un tempo, fosse un eden
lussureggiante e fu risparmiata da Allah che prese a gettare un
granello di sabbia per ogni menzogna pronunciata dai suoi abitanti,
per cui si formò il Sahara ad esclusione, appunto, di Marrakech che
continuò ad essere fiorita come un tempo. E’ la città più
famosa del Marocco, gode delle brezze dell’Atlantico, poco distante,
e abbastanza vicina al deserto per renderla punto di arrivo delle
carovane. E’ anche considerata “Venezia delle Sabbie” ed è in
assoluto la più visitata del Paese e avvistare da lontano le sue
mura rosseggianti ed entrare nella sua famosa piazza resta sempre
un’emozione unica.
Anche Marrakech è divisa in due parti: la medina con i souk e i
palazzi dei sultani e il Gueliz, la città nuova costruita dai
francesi. Se c’è un luogo del Marocco universalmente conosciuto è la
piazza “Jemaa el Fna” di Marrakech, il cuore della città che batte
dall’alba fino a notte fonda, uno spettacolo a cielo aperto che non
smette mai di incantare. Prima di tutto il nome: secondo la credenza
popolare significa “adunanza dei morti” perché è qui che venivano
compiute le esecuzioni capitali ed esposte al pubblico le teste
tagliate. La piazza in sé non è bella, non ci sono edifici maestosi,
a parte la vicina Koutoubia.
E’ però l’atmosfera a rendere unica
Jemaa el Fna che a seconda delle ore del giorno, cambia scenario e
personaggi. All’alba ci sono gli ambulanti, poi è il turno dei vari
venditori di merci orientali e americane: spezie, erbe medicinali,
scarpe usate, oggetti di legno, monili d’argento, cesti di paglia,
magliette e djellaba (tuniche) candide. C’è un’ampia offerta di
servizi, alcuni molto curiosi: lustrascarpe, cavadenti, stregoni,
scrivani al servizio degli analfabeti, ballerini e cantastorie,
incantatori di serpenti. Al calare del sole arrivano i venditori di
cibo con i loro ristoranti ambulanti, enormi pentoloni nei quali
cuociono teste di pecore. E c’è una quantità inverosimile di persone
che consumano la loro cena sedute sulle panche, Non mancano giovani
mamme con i loro neonati. Dalla piazza si dipartono le vie che
conducono ai souk sempre molto affollati e carichi di merce: sete,
broccati, oggetti di antiquariato mescolati alle classiche
marocchinerie. Ogni souk ha un suo nome: Semmarine, Attarine, Smata,
El Kebir, ecc. Sono molto simili a quelli visitati a Fès:
traboccanti di persone, colori e odori. Al centro della Medina si
trova la Moschea di Ibn Yossouf la più antica del Marocco. Anche qui
l’ingresso è vietato. Non ci resta che ammirarla dall’esterno. Il
monumento che domina la città è la Koutoubia, rosata moschea
affiancata da uno splendido minareto alto 70 metri e largo 12.
E così, come i sogni, anche il nostro
viaggio finisce, i ricordi no, quelli resteranno con noi per sempre.
|
|
|
|
MAROCCO-NOTIZIE :
geografia, popoli e storia
|
|
DOVE |
|
Il paese si estende per 458.730 Km2 (circa una volta e mezza
più dell’Italia) e conta circa 30 milioni di abitanti
di
cui 245.000 nel Sahara Occidentale,
con una densità
di
66 ab/Km² (42 ab/Km²
compreso il Sahara Occidentale)
Situato nell’Africa nord occidentale e cavallo di due mari:
oceano Atlantico e Mediterraneo, dista dall’Europa solo
una decina di chilometri allo Stretto di Gibilterra, mentre
vede le sue frontiere a sud-est perdersi nelle sabbie del
Sahara.
Il territorio comprende le catene montagnose del Rif
(che corre parallele alla costa mediterranea) e dell’Atlante
( Medio, Alto e Anti-Atlante) che con le sue alte cime,
come il Toubkal (4167 mt.), ostacola le comunicazioni
tra nord e sud. Tre grandi pianure si estendono
lungo le coste atlantiche: il bacino del Sebou, la
Mesema e il Sous. Infine le zone sahariane.
Queste tre diverse caratterizzazioni geografiche sono
all’origine della varietà del paesaggio marocchino, che è uno
tra i più belli al mondo.
Monti
principali:
Jebel
Toubkal 4167 m
Fiumi
principali:
Oum er
Draa 1200 Km (fiume non perenne), Oum er Rbia 555 Km,
Moulouya
515 Km
Laghi
principali: Bine el
Ouidane
Clima:
Mediterraneo -
continentale - arido
Territori
annessi:
Sahara Occidentale (266.000 Km², 245.000 ab.)
|
|
LA POPOLAZIONE |
|
I gruppi etnici
principali: Arabi e Berberi arabizzati (60%),
Berberi
(Mauri) 36%, Africani neri,
Europei e altri 4%..
Sembrerebbe facile dividere in due, fra Arabi e Berberi, come
con un colpo di spada, i circa 30 milioni di abitanti del
Marocco. In realtà le cose non sono così semplici, perché le
due razze, nel corso dei secoli, si sono mescolate in modo che
risulta difficile, qualche volta, distinguerle l’una
dall’altra. Se comunque si vuole tentare una qualche divisione
si può affermare che, grosso modo, i Berberi abitano il Rif,
sull’Atlante, e il sud, mentre gli arabi occupano
principalmente le città e le zone pianeggianti. Nel suo
profondo – da Erfoud in giù e nella zona dell’ex Sahara
spagnolo – la popolazione è Saharaoui. Quanto ai
Tuareg, i leggendari uomini blu che vivono una vita nomade
attraversando il deserto con le loro carovane, esistono ormai
soltanto nei film, almeno per quanto riguarda il Marocco.
Alcune decine di questi “signori del deserto” vivono oltre i
confini marocchini, in Mauritania o in Algeria.
Lingua:
Arabo (ufficiale),
Francese, dialetti berberi, Spagnolo
Religione:
Musulmana sunnita 99%
|
|
LA RELIGIONE |
|
I Marocchini si potrebbero definire musulmani moderati. Niente
fanatismo religioso, niente fenomeni di intolleranza nei
confronti di altre fedi: l’Islam ha convertito il Marocco
senza stravolgerlo e, anzi, accettando di venire mescolato, in
molte occasioni, con la religione pagana degli abitanti
originali, i Berberi.
|
|
ECONOMIA |
|
Gran parte dell’economia del Paese è basata sull’agricoltura.
Il Marocco coltiva ed esporta datteri, fichi, mandorle, olive
e cereali. In alcune zone è piuttosto fiorente la coltivazione
degli agrumi, pomodori e canna da zucchero. Al secondo posto
della bilancia economica marocchina, dopo l’agricoltura, viene
l’industria mineraria: i tre quarti delle riserve
mondiali di fosfati vengono dalle miniere della costa
atlantica marocchina e notevoli sono anche le quantità di
ferro e piombo. Manca totalmente, invece, il petrolio, che
deve venire importato dagli altri Paesi Arabi. Un notevole
contributo all’economia viene anche dal turismo,
soprattutto occidentale, che interessa prevalentemente le
città imperiali, il sud e Agadir.
|
|
POCHE RIGHE PER 700
SECOLI DI STORIA |
|
70.000-7000 a.C.- L'
uomo di Neanderthal si stabilisce lungo le coste del
Marocco.
Cominciano poi ad apparire le prime tribù di Mauri.
2000-600
a.C. - I Mauri indigeni iniziano rapporti di commercio e militari
con i Cartaginesi.
600-41
D.C. -Le tribù
dei Mauri fondano il regno di Mauritania che si estende
dall'Atlantico al confine con l'Algeria.
42 D.C.-429
D.C.- La
Mauretania è parte dell'impero Romano e comprende i territori di
Marocco, Algeria, Tunisia e parte di Libia.
La città romana di Sala Colonia è il nucleo originario di
Rabat.
500 D.C.-900
D.C.- Caduto
l'Impero Romano Vandali e Bizantini si alternano
nelle conquiste del territorio. Comincia a diffondersi l'
Islam (711 sbarco a Gibilterra).
901 D.C.-1608
D.C.- Con l'affermazione dell'Islam si susseguono le varie dinastie.
Nel 1070 viene
fondata dagli Almoravidi Marrakech . Sull' Atlantico si
installano i Portoghesi che entrano in guerra con i Beni Saad
(tribù di
discendenti di Maometto) nel 1525 viene riconquistata
Marrakech e fondata una nuova dinastia (Saadiana).
1609 D.C.-1780
D.C.- Provenienti
dalla Spagna gli Andalusi fondano una repubblica
indipendente. inizia la lunga stagione della pirateria nel
Mediterraneo e nell'Atlantico.
Rabat diventa uno dei più
grandi mercati di schiavi e merci rubate dell'epoca. Nel 1666
la dinastia degli Alauliti fonda l'impero sceriffiano
costruendo in tutto il paese una rete di fortezze dove vi era
alloggiato un 'esercito professionista (La Guardia Nera). Alla
morte di Moulay Ismail (1727) la Guardia Nera saccheggia il
paese scatenando la guerra civile.
1781 D.C.-1845
D.C.- Il sultano Sidi Mohammad. fonda
il primo nucleo del
palazzo reale di Rabat . L'appoggio agli emiri algerini provoca
l'intervento militare della Francia (1844). Seguono i
negoziati che trasformano il
Marocco in un
"protettorato francese" anche se
ufficialmente governato da un sultano.
1894 D.C.-1912
D.C.- La presenza
di truppe francesi convince il sultano ad accettare il
trattato che sancisce ufficialmente il protettorato. Dal 1912
al 1927 si susseguono le rivolte culminate con quella di Abd
el Krim, stroncata nel sangue dai francesi.
1956 D.C.- 2000
D.C.- Conquistata
l'indipendenza il 7 aprile 1956 il sultano Mohamed V sale al
trono e vi rimane fino al 1962, quando gli succede Hassan II,
il quale pur rimanendo fedele alle tradizioni, apporta un
impulso di modernizzazione al
paese . Nel 1999 sale al trono il figlio Mohammed VI,
giovane Re dall' educazione cosmopolita. |
|
ORDINAMENTO POLITICO |
|
Il Marocco, con capitale Rabat
(1.293.000 ab.),
è oggi un regno governato da re Mohamed VI, della
dinastia alaouita proveniente dal sud del Paese. Mohamed IV si
è insediato sul trono nel luglio 1999, dopo la morte del padre
Hassan II il quale aveva promulgato una nuova costituzione che
definisce il Marocco uno Stato Sovrano musulmano retto da una
monarchia costituzionale, sociale e democratica. Il governo è
di espressione parlamentare bicamerale.
|
|
|
|
|
|
|
|
 |
 |
|